Zucchero integrale di canna Mascobado: lo zucchero buono non solo per il palato

Mascobado è il nome attribuito nelle Filippine allo zucchero estratto dalla canna, vale a dire il vero e proprio zucchero integrale di canna prodotto in modo semplice e naturale.
Si tratta di uno zucchero simbolo di dolcezza per il palato ma anche e soprattutto simbolo di indipendenza per le persone coinvolte nella sua coltivazione e produzione, in un Paese in cui troppo spesso i diritti umani vengono calpestati.

Le caratteristiche dello zucchero integrale di canna Mascobado

Lo zucchero integrale di canna Mascobado è interamente estratto da canna da zucchero impiegando in modo artigianale i mulini che, per mezzo di rulli, spremono le canne e ne ottengono il succo.
Da questa lavorazione si ottiene uno sciroppo dalla consistenza piuttosto densa che viene lasciato riposare a sedimentare e poi successivamente concentrato per evaporazione dell’acqua, grazie all’utilizzo della bagassa. Quest’ultima è costituita dai residui di canna adoperati in questa fase come combustili.

Per mezzo di questa semplice procedura, lo zucchero integrale di canna Mascobado riesce a mantenere tutti i suoi principi nutritivi, compresi quelli che nei processi di raffinazione dello zucchero bianco solitamente vanno perduti.
Non a caso, a differenza di altri zuccheri, si distingue per un’elevata concentrazione di sali minerali e di ferro.

Un elemento fondamentale che distingue lo zucchero integrale di canna Moscado è che non viene sottoposto a processi di sbiancamento chimici. All’occhio è evidente il suo colore scuro e non cristallino, dovuto alla naturale presenza di melassa.
Anche al palato lo zucchero integrale di canna Mascobado si differenzia per il sapore intenso dei suoi piccoli granuli. Presenta infatti un retrogusto particolare di liquirizia che lo rende perfetto per le preparazioni dolci a base di yogurt o frutta.

Il mercato dello zucchero non è così dolce come si potrebbe pensare

Nell’immaginario collettivo non sarebbe bizzarro figurarsi nella mente enormi sacchi di zucchero luccicante pronti a partire per donare dolcezza al mondo.
Purtroppo non è così e dietro ogni singolo granello di zucchero sul mercato si nascondono troppo spesso grandi amarezze per le persone che lo coltivano e per i terreni coinvolti.

Al giorno d’oggi lo zucchero rappresenta uno dei beni di consumo più richiesti sul mercato e più acquistati dai consumatori di tutto il mondo.
Perché si possa rispondere adeguatamente alle richieste di mercato non è raro che, principalmente nel Sud del pianeta, si realizzino pericolosi fenomeni come il land grabbing.
Accade spesso, infatti, che grandi gruppi multinazionali o latifondisti senza scrupoli facciano leva sulle mancanze di titoli di proprietà e si approprino di terreni sottraendoli alle popolazioni locali.
Attraverso queste pratiche sorgono in modo illegittimo ed irresponsabile monocolture di tipo estensivo che vanno a sfruttare con intensità ed in modo indiscriminato i territori. Ne deriva una minaccia sempre più grande e difficile da fermare alla biodiversità dei paesi, nonché uno sfruttamento delle persone.
Chi pratica land grabbing si avvale, abusandone, di manodopera sottopagata senza alcun tipo di regolarizzazione, violando gli stessi diritti umani.

Ci chiediamo frequentemente quale impatto possa avere il consumo di zucchero sulla nostra salute ma è evidente che si stia perdendo di vista quale impatto possa avere sulle persone tutte e sul pianeta.

Perché scegliere lo zucchero integrale di canna Mascobado

Scegliere e supportare il consumo di zucchero integrale di canna Mascobado costituisce un’alternativa possibile a questo circolo vizioso.
Esso non è solo un semplice alimento in grado di addolcire le nostre pietanze e le nostre bevande, ma è soprattutto un simbolo forte di rispetto della dignità umana, dei territori, dei diritti e dell’indipendenza.

Una rete di 25 coraggiosissime donne rappresenta questi valori ed ha fondato la Panay Fair Trade Center (PFTC), un’organizzazione per la promozione dei diritti delle donne che ha iniziato a produrre zucchero integrale di canna Mascobado nelle Filippine ed oggi ne è il primo esportatore nell’isola di Panay.
Attualmente, contando su ben sei mulini con cui spremere le canne, la PFTC impiega più di 500 dipendenti con una produzione annua di zucchero che supera di gran lunga le 1000 tonnellate.

Attraverso questa iniziativa carica di coraggio ed intraprendenza, sull’isola di Panay, i contadini sono riusciti ad affrancarsi dai latifondisti ed a mettere in piedi un modello di sviluppo più equo, democratico e sostenibile.

Dove acquistare lo zucchero integrale di canna Mascobado?

Nel nostro shop online sono in vendita confezioni da 1 chilogrammo di zucchero, realizzato direttamente ed interamente da produttori del commercio Equo e Solidale.
Totalmente vegano, senza glutine e senza alcun rischio di allergene, lo zucchero integrale di canna Mascobado di Altromercato è un prodotto certificato da agricoltura biologica la cui produzione impiega solo sostanze presenti in natura. Nel corso della sua realizzazione non sono in alcun modo utilizzate sostanze di sintesi chimica nel pieno rispetto dell’ecosistema.

Il cioccolato Altromercato: dalla fava di cacao alle tavolette da gustare

Le origini della lavorazione del cacao si perdono nei secoli: la parola Xocolatl appare per la prima volta nel 1500 a.C. tra le popolazioni precolombiane che abitavano il Messico all’epoca. E se si hanno prime notizie dei semi di cacao negli scritti dei Maya, solo nel 1606 il cacao arriva in Italia.
A partire dalla fine del 1800 il suo consumo si diffonde rapidamente in tutta Europa e, grazie all’invenzione del concaggio, parte la produzione del cioccolato così come lo conosciamo e lo consumiamo tutt’oggi.

La fase agricola della produzione del cacao

Le prime attenzioni vanno dedicate a partire dal campo.
Gli alberi di cacao temono fortemente l’esposizione diretta ai raggi solari e per questo motivo vengono fatti crescere all’ombra di banani o palme.
Questa attenzione fa sì che in questi habit protetti si sviluppino i frutti, chiamati cabosse, molto simili ai meloni e dalla particolare forma allungata in un guscio resistente.

In un arco di tempo che si aggira attorno alle 5-6 settimane dopo l’impollinazione dei fiori, i frutti maturano e possono essere raccolti.
Tendenzialmente le cabosse vengono raccolte due volte in un anno.

Aiutandosi con un machete, gli agricoltori staccano dai rami le cabosse e nella stessa piantagione procedono all’apertura del frutto.
In seguito all’apertura delle cabosse se ne estraggono i semi: le fave di cacao.
Ogni cabossa può contenere un quantitativo di fave tra le 25 e le 40 ciascuna.

Le fasi successive: fermentazione, essiccazione e trasporto

La fermentazione è un processo fondamentale in quanto è in questa fase che si sviluppano i precursori di quelli che sono i caratteristici aromi del cacao.
Perché questo avvenga, i semi di cacao vengono mescolati alla polpa e lasciati per 5 giorni a fermentare coperti da foglie di banano.
È fondamentale che questa fase venga attuata con precisione in quanto da essa, grazie al drenaggio dei succhi che ne deriva, dipende tutta la lavorazione del cacao.

Attraverso l’essicazione viene successivamente bloccato il processo di fermentazione, riducendo l’umidità delle fave di cacao dal 60% al 7,5% circa.
Il processo di essiccazione consiste nel lasciare al sole il materiale fino a 7 giorni perché possa essere conservato e possa difendersi dall’attacco di muffe ed altri microrganismi.

Una volta essiccate, le fave di cacao vengono stoccate in sacchi idonei alla spedizione per poi essere trasportate in container ventilati che permettono di mantenere un giusto livello di aerazione.

La fase industriale: dalla tostatura del cacao fino alla tavoletta nella nostra dispensa

Le fave di cacao vengono innanzitutto tostate a temperature comprese tra i 120 ed i 170 gradi centigradi. È importante che si rimanga in questo intervallo per far sì che si sviluppino i giusti aromi del cacao e non si perdano le caratteristiche note nobili e delicate.

A questo punto si dividono gusci e granella tramite la decorticazione e si può procedere con la macinatura. Macine apposite riducono le fave già tostate in una pasta comunemente chiamata pasta o massa di cacao.

È da questo momento in poi che si può produrre qualsiasi tipo di cioccolato.
Sulla base del tipo di cioccolato che si vuole ottenere, infatti, la pasta di cacao viene miscelata agli ingredienti necessari quali, ad esempio, vaniglia, zucchero, latte o aromi.
Tramite la procedura del concaggio, in grosse conche, gli ingredienti vengono fatti sciogliere per essere meglio mescolati.
Successivamente si procede al temperaggio: una macchina temperatrice innalza ed abbassa in sequenza la temperatura del cioccolato perché si cristallizzi il burro di cacao e la tavoletta finale risulti alla vista lucida, omogenea e liscia.
A questo punto, il cioccolato è pronto per essere modellato negli appositi stampi e confezionato.

Il cioccolato Altromercato nel nostro shop

E se la lettura dell’intero procedimento fa venire l’acquolina in bocca, possiamo rispondere alla voglia di cioccolato.
Nel nostro shop è possibile acquistare diverse varietà di cioccolato Altromercato che si distinguono per la sola presenza di burro di cacao e la totale assenza di altri tipi di grassi vegetali.

Alcuni esempi:

Cioccolato Mascao fondente extra 70% – bio
Cioccolato Mascao al latte e nocciole intere – bio
Cioccolato Mascao al latte e nocciole intere – bio
Cioccolato Mascao fondente allo zenzero e limone – bio
Cioccolato Mascao fondente extra con arancia – bio
Cioccolato Mascao fondente extra con quinoa e riso – bio
Cioccolato Mascao fondente extra fave di cacao – bio
Cioccolato Companera fondente – bio

Prodotti bio dalle terre confiscate alle mafie

Valorizzare territori tanto meravigliosi quanto difficili, recuperandoli da un punto di vista sociale e produttivo, liberandoli dalle mafie e mettendo in campo metodi rispettosi della natura e della dignità umana. Questi sono gli obiettivi che Libera si è posta nel voler ridare dignità ai territori caratterizzati da forte presenza mafiosa, creando cooperative autonome, autosufficienti ma soprattutto durature per dare lavoro e proporre un’alternativa economica virtuosa sul territorio.
Il tutto mettendo al primo posto la legalità e la giustizia sociale.

Libera: nascita ed obiettivi

Libera nasce nel 1995 dall’intuizione di Don Luigi Ciotti, sulla scia delle grandi stragi mafiose del 1993, mettendosi al fianco degli uomini e delle donne nella lotta contro tutte le mafie, la corruzione e l’accettazione di ogni forma di illegalità.
Libera è oggi un’associazione di associazioni, che riunisce al proprio interno più di 1500 tra associazioni, scuole, gruppi e realtà variegate sul territorio italiano.
L’azione di Libera si può riassumere nei seguenti punti:

Educazione alla legalità nelle scuole, per coltivare nuove generazioni più consapevoli in un’ottica di coscienza civile ed educativa
Sostegno diretto alle realtà che sono costrette a vivere in aree con elevata infiltrazione mafiosa
Seminari e formazione sul fenomeno mafioso
Memoria ed impegno nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie, con l’istituzione della giornata nazionale del 21 marzo
Creazione di una rete internazionale per il contrasto alla criminalità organizzata
Riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie, soprattutto attraverso la formazione di Cooperative Sociali

Dalle terre confiscate alle nostre tavole

Grazie alla legge di iniziativa popolare 109/96, in Italia è possibile riutilizzare a fini sociali i beni confiscati alle criminalità organizzate.
L’obiettivo è quello di restituire il maltolto alle comunità, attraverso la fruizione di servizi, attività di promozione sociale e, non ultimo, lavoro.
Le terre confiscate, di proprietà dei comuni, vengono assegnate a cooperative sociali che si impegnano a dare lavoro ed a produrre prodotti buoni non solo per il palato.
Confiscando e riutilizzando i beni un tempo oggetti e soggetti di attività criminali, si producono e vendono materie frutto di agricoltura biologica, in un’economia partecipata a filiera corta.
Queste cooperative sono la dimostrazione che si può creare un tipo di impresa che sia anche strumento di progetti di natura sociale e di interesse collettivo.
Grazie a queste attività, si restituisce bellezza a territori spesso maltrattati e si realizzano prodotti alimentari dalle eccellenti proprietà organolettiche.
L’esperienza di Libera ci insegna che è possibile avviare percorsi di cambiamento sociale, economico e culturale dei territori sottoposti al giogo mafioso, ridistribuendo ricchezza all’interno di un indotto occupazionale sostenibile e legale.

Quali prodotti si possono trovare

Vino, pasta, legumi, conserve e miele sono solo alcuni degli esempi dei prodotti delle cooperative operanti su territori confiscati alle mafie nelle varie regioni.
Ad oggi i prodotti a marchio Libera Terra sono più di novanta, ognuno espressione di un territorio ed espressione massima ed inequivocabile della valorizzazione della materia prima utilizzata.
Nonostante negli anni non siano mancati atti intimidatori ed incendi ad opera delle stesse organizzazioni criminali oggetto della confisca, la rete di Libera non demorde e continua a coltivare gli oliveti, i campi di grano e gli aranceti spesso incendiati.
L’intimidazione non ha mai fatto demordere ma, anzi, spesso ha addirittura rafforzato negli interessati e nella cittadinanza la voglia di legalità.
Nell’approccio delle cooperative sociale coinvolte, il mercato non è solo l’obiettivo ma anche e soprattutto lo strumento per accrescere e dare credibilità al progetto perseguito. Per questo motivo, per poter stare sul mercato con dignità e credibilità, la leva che permette di avere una prospettiva a lungo termine è la qualità dei prodotti.
L’eccellenza guida tutto il lavoro delle cooperative sociali e ad oggi sono acquistabili vino, pasta, semola, mozzarelle di bufala, succhi, olio, arance, marmellate, legumi, conserve, liquori, frollini e miele.
Le cooperative sociali che operano sui territori confiscati alle mafie sono la dimostrazione che anche nei territori più difficili si può creare un tipo di impresa che sia sostenibile, generando anche valore aggiunto. Perché questo sia possibile si deve fare una scelta, alla base della quale si trovano impegno, passione, professionalità e legalità.
Acquistare un prodotto agricolo derivante da questi territori significa appoggiare un percorso di cambiamento positivo che ha fortemente voluto rompere abitudini, inerzie e pessimismo.

Cialde di caffè compostabili: definizioni e vantaggi

Ridurre il consumo di plastica e l’impatto sull’ambiente è uno dei primari obiettivi che si pone il mondo attuale ed il caffè, considerato l’elevato consumo nel nostro paese, non può esserne escluso.
Negli ultimi anni è aumentata in misura esponenziale la vendita di caffè monodose, tanto che recenti studi hanno evidenziato addirittura il sorpasso della vendita del caffè classico.
L’utilizzo sempre più massiccio di macchine per il caffè a cialde, nelle abitazioni e negli uffici, ha accompagnato e spinto questo cambio nei consumi di caffè.
È evidente che un maggior consumo di prodotti monodose si traduca facilmente in maggior produzione di rifiuti, principalmente in alluminio o plastica.
Le cialde compostabili si presentano come una pratica soluzione per coniugare al gusto di un buon caffè anche il rispetto per l’ambiente, abbinando ad elevati standard di qualità la possibilità di ridurre la quantità di rifiuti prodotti.

Cos’è una cialda compostabile?

Le cialde compostabili sono così chiamate perché al termine del loro utilizzo, tramite degradazione naturale o industriale, possono essere trasformate in compost, vale a dire la sostanza utilizzabile per concimare e rendere i terreni fertili.
Per questo motivo possono, dati materiali di cui sono composte, possono essere gettate insieme agli scarti alimentari nei cassonetti dei rifiuti organici.
Il caffè di per sé può essere utilizzato come fertilizzante, se si aggiungono i materiali totalmente organici di cui si possono comporre le cialde il risultato è facilmente intuibile.

Le cialde compostabili sono quindi soluzioni il cui involucro esterno possono essere trasformati in compost ma va sottolineata l’importanza di non confondere compostabile con biodegradabile.

La differenza tra biodegradabile, compostabile e riciclabile

Non è raro che si faccia confusione tra i concetti di biodegradabile, compostabile e riciclabile: è importante fare chiarezza perché sia più consapevole la nostra scelta dei prodotti sugli scaffali.
L’elemento a fare la differenza è il tempo impiegato dal materiale per decomporsi. Va altresì tenuto in mente che un prodotto riciclabile non è assolutamente compostabile, e un prodotto biodegradabile non è automaticamente compostabile.

Una cialda biodegradabile viene prodotta utilizzando materiali che, grazie all’effetto di particolari microrganismi, vanno incontro a decomposizione nel tempo e nel giro di sei mesi vengono assorbiti dai terreni.
Il concetto alla base del compostabile è molto simile ma la grande differenza sta nei tempi necessari alla decomposizione: un materiale per essere definito compostabile deve essere biodegradabile e disintegrabile con tempi di decomposizione inferiori ai tre mesi.

Un prodotto riciclabile, invece, è impiegato per la creazione di nuovi oggetti.

Tutti i benefici dello scegliere una cialda compostabile

È fuori da ogni dubbio come un consumatore responsabile e sensibile a quello che è il proprio impatto sull’ambiente, nel momento di bere un buon caffè, rivolgerà la propria scelta ad una cialda compostabile.
Eppure, la pausa caffè green non è l’unico aspetto positivo generato da una tale scelta.

Se si teme di dove rinunciare al gusto per non dover pesare sull’ambiente, non è assolutamente questo il caso. Nel corso della preparazione, l’acqua non è costretta ad attraversare materiali resistenti quali la plastica o l’alluminio dando come risultato un caffè denso, cremoso e dal gusto più omogeneo. Il caffè all’interno della cialda è sigillato con materiali naturali in modo tale che il sapore finale mantenga la stessa fragranza e lo stesso aroma del momento della torrefazione.

Come già detto, l’acqua non attraversa alcun foro negli strati di alluminio o plastica e questo evita che porti con sé residui tossici.

Anche il portafoglio ha i suoi benefici in quanto il mancato utilizzo di materiali come i già citati alluminio e plastica permette l’abbattimento dei prezzi. Pur garantendo uno standard di risultati più elevati, le cialde compostabili costano mediamente il 40% in meno delle capsule.
Se si considera un consumo familiare medio di circa tre caffè al giorno il calcolo è presto fatto e non è assurdo affermare come in un anno, all’incirca, si possa ammortizzare il costo di acquisto di una macchina da caffè a cialde.

Scegliere di consumare caffè in cialde compostabili prefigura una scelta non solo di tipo ecologico ma anche salutare, etico ed economico.
Gli ingredienti ad oggi utilizzati per la loro produzione provengono da agricoltura biologica, in cui non si ritrovano tracce di sostanze potenzialmente nocive per la nostra salute e per il pianeta stesso.

La pausa caffè è un momento irrinunciabile delle nostre giornate. Un rito intoccabile che fa bene al nostro umore, alla nostra socializzazione ed al nostro relax.
Data l’importanza che ricopre nella nostra quotidianità è fondamentale trascorrerla facendo le scelte giuste che non inquinano l’ambiente e non perdono in gusto.