Il retrogusto amaro dello zucchero e del cacao

Le festività pasquali sono appena trascorse ed hanno portato con sé il tradizionale consumo di cioccolato che ingolosisce tutti noi. Tuttavia, questo massiccio consumo ha degli importanti impatti sull’ambiente che potrebbero essere allievati tramite il consumo di cacao e zucchero provenienti da agricoltura biologica e commercio equosolidale.
Anche se purtroppo non se ne parla in abbondanza, queste coltivazioni portano spesso a conseguenze catastrofiche in termini di distruzione, degrado e frammentazione degli ecosistemi.

Dati e numeri parlano chiaro, purtroppo.

Negli anni ettari di lussureggiante foresta tropicale sono stati distrutti per lasciare spazio alle coltivazioni di canna da zucchero. Recenti studi hanno dimostrato che solo in Brasile, uno dei principali paesi produttori di canna da zucchero, le piantagioni hanno contribuito in pochi anni al 12% della deforestazione con, all’incirca, 16.000 Km2 di foresta distrutta.

Per quanto riguarda il cacao l’impatto si è avuto nei paesi dell’Africa occidentale, dove si è assistito ad una produzione triplicata del prodotto. Attualmente il 70% del mercato globale è coperto dalle produzioni africane tanto da stimare un’intera deforestazione di questa ampia zona entro il 2024 con conseguenze drammatiche sul clima.

Le filiere del cacao e dello zucchero sono dunque molto più amare di quanto possano superficialmente apparire.
L’agricoltura ad oggi rappresenta la primaria causa di deforestazione nel mondo, principalmente nelle aree tropicali e subtropicali. Le cifre, probabilmente sottostimate, parlano di un 73% della deforestazione globale dovuto all’espansione dei terreni dedicati all’agricoltura.
Queste distruzioni, a cui si collegano quelle di habitat naturali unici, sono alla base dell’incremento dei gas serra immessi continuamente nell’atmosfera e della perdita di biodiversità sul pianeta.
I principali paesi tropicali e subtropicali sono ad oggi terre dedicate quasi esclusivamente alla produzione di alimenti per l’Occidente del mondo.

In che modo le nostre azioni possono invertire la rotta?

La consapevolezza delle proprie scelte di consumo è sempre più fondamentale perché si possa invertire la rotta del destino del nostro pianeta.
Come consumatori dobbiamo prendere coscienza dell’impatto delle nostre decisioni perché la nostra salute è strettamente connessa a quella dell’ambiente e del pianeta tutto.

Una delle commodity che ricopre una quota cospicua del commercio è quella dello zucchero, il cui consumo sta lentamente diminuendo nei paesi occidentali sempre più attenti alla salute ed al benessere. Tuttavia, se ne registra un consumo sempre maggiore in quelle economie oggigiorno considerate emergenti.
L’Unione Europea rimane tutt’ora il principale mercato di acquisizione dello zucchero grezzo che viene successivamente raffinato ed utilizzato nella produzione dolciaria per gli scaffali dei nostri supermercati. Per questo motivo si attesta come terzo produttore mondiale di zucchero, alle spalle di Brasile ed India.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fortemente raccomandato di ridurre il consumo di zucchero a meno del 5% dell’energia totale giornaliera. Per un adulto di media corporatura questo dato corrisponde all’incirca ad una quantità di 5 cucchiaini (25 grammi). Per i bambini la raccomandazione è ancora minore, vale a dire circa 20 grammi.
Gli studi dimostrano come in Italia, invece, il consumo medio pro capite sia di 15-18 cucchiaini al giorno, per un totale annuo di 27 kg a testa di zucchero.
Per fare ulteriormente chiarezza, basti pensare che una singola bustina di zucchero utilizzata per dolcificare il caffè si attesta attorno ai 5 grammi, un succo di frutta ne contiene 10 ed una bibita gasata può arrivare a contarne anche a 40.

Dall’inizio della pandemia di Covid-19, i consumi di cioccolato in Italia hanno registrato un’impennata del 22% ad ulteriore dimostrazione del potere consolatorio che può ricoprire.
Anche a livello mondiale la domanda è notevolmente cresciuta, a consolidamento di una tendenza espansiva in atto già da diversi anni.
Il nostro paese detiene il secondo gradino del podio in Europa per produzione di cioccolato ed il settimo posto per l’importazione di fave di cacao.
Si stima che gli italiani mangino in media 4 kg ogni anno (11 grammi medi giornalieri) di cioccolato senza considerare in modo serio le conseguenze dell’alimentazione altamente calorica e dell’impatto ambientale delle scelte d’acquisto.

Acquistare dello zucchero o del cioccolato con basso impatto sulla natura e sull’ecosistema è non solo possibile ma anche necessario se si hanno a cuore le sorti del nostro pianeta.
Scegliere di consumare prodotti provenienti dalla filiera equo solidale e da agricoltura biologica costituisce un notevole aiuto al futuro del pianeta perché possa sostentarci ancora a lungo.
Il cacao e lo zucchero equo solidale, inoltre, non fanno solo bene all’ambiente ma sono anche garanzia del rispetto delle condizioni lavorative degli agricoltori coinvolti nelle loro produzioni.

Dati e numeri parlano chiaro, purtroppo.

Negli anni ettari di lussureggiante foresta tropicale sono stati distrutti per lasciare spazio alle coltivazioni di canna da zucchero. Recenti studi hanno dimostrato che solo in Brasile, uno dei principali paesi produttori di canna da zucchero, le piantagioni hanno contribuito in pochi anni al 12% della deforestazione con, all’incirca, 16.000 Km2 di foresta distrutta.

Per quanto riguarda il cacao l’impatto si è avuto nei paesi dell’Africa occidentale, dove si è assistito ad una produzione triplicata del prodotto. Attualmente il 70% del mercato globale è coperto dalle produzioni africane tanto da stimare un’intera deforestazione di questa ampia zona entro il 2024 con conseguenze drammatiche sul clima.

Le filiere del cacao e dello zucchero sono dunque molto più amare di quanto possano superficialmente apparire.
L’agricoltura ad oggi rappresenta la primaria causa di deforestazione nel mondo, principalmente nelle aree tropicali e subtropicali. Le cifre, probabilmente sottostimate, parlano di un 73% della deforestazione globale dovuto all’espansione dei terreni dedicati all’agricoltura.
Queste distruzioni, a cui si collegano quelle di habitat naturali unici, sono alla base dell’incremento dei gas serra immessi continuamente nell’atmosfera e della perdita di biodiversità sul pianeta.
I principali paesi tropicali e subtropicali sono ad oggi terre dedicate quasi esclusivamente alla produzione di alimenti per l’Occidente del mondo.

In che modo le nostre azioni possono invertire la rotta?

La consapevolezza delle proprie scelte di consumo è sempre più fondamentale perché si possa invertire la rotta del destino del nostro pianeta.
Come consumatori dobbiamo prendere coscienza dell’impatto delle nostre decisioni perché la nostra salute è strettamente connessa a quella dell’ambiente e del pianeta tutto.

Una delle commodity che ricopre una quota cospicua del commercio è quella dello zucchero, il cui consumo sta lentamente diminuendo nei paesi occidentali sempre più attenti alla salute ed al benessere. Tuttavia, se ne registra un consumo sempre maggiore in quelle economie oggigiorno considerate emergenti.
L’Unione Europea rimane tutt’ora il principale mercato di acquisizione dello zucchero grezzo che viene successivamente raffinato ed utilizzato nella produzione dolciaria per gli scaffali dei nostri supermercati. Per questo motivo si attesta come terzo produttore mondiale di zucchero, alle spalle di Brasile ed India.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fortemente raccomandato di ridurre il consumo di zucchero a meno del 5% dell’energia totale giornaliera. Per un adulto di media corporatura questo dato corrisponde all’incirca ad una quantità di 5 cucchiaini (25 grammi). Per i bambini la raccomandazione è ancora minore, vale a dire circa 20 grammi.
Gli studi dimostrano come in Italia, invece, il consumo medio pro capite sia di 15-18 cucchiaini al giorno, per un totale annuo di 27 kg a testa di zucchero.
Per fare ulteriormente chiarezza, basti pensare che una singola bustina di zucchero utilizzata per dolcificare il caffè si attesta attorno ai 5 grammi, un succo di frutta ne contiene 10 ed una bibita gasata può arrivare a contarne anche a 40.

Dall’inizio della pandemia di Covid-19, i consumi di cioccolato in Italia hanno registrato un’impennata del 22% ad ulteriore dimostrazione del potere consolatorio che può ricoprire.
Anche a livello mondiale la domanda è notevolmente cresciuta, a consolidamento di una tendenza espansiva in atto già da diversi anni.
Il nostro paese detiene il secondo gradino del podio in Europa per produzione di cioccolato ed il settimo posto per l’importazione di fave di cacao.
Si stima che gli italiani mangino in media 4 kg ogni anno (11 grammi medi giornalieri) di cioccolato senza considerare in modo serio le conseguenze dell’alimentazione altamente calorica e dell’impatto ambientale delle scelte d’acquisto.

Acquistare dello zucchero o del cioccolato con basso impatto sulla natura e sull’ecosistema è non solo possibile ma anche necessario se si hanno a cuore le sorti del nostro pianeta.
Scegliere di consumare prodotti provenienti dalla filiera equo solidale e da agricoltura biologica costituisce un notevole aiuto al futuro del pianeta perché possa sostentarci ancora a lungo.
Il cacao e lo zucchero equo solidale, inoltre, non fanno solo bene all’ambiente ma sono anche garanzia del rispetto delle condizioni lavorative degli agricoltori coinvolti nelle loro produzioni.

I nostri consigli per vivere una Pasqua sostenibile

Quello delle festività pasquali è un periodo dell’anno in cui si corre fortemente il rischio di lasciarsi andare a sprechi facilmente evitabili. Per questo motivo vogliamo condividere dei piccoli accorgimenti che possono aiutarci a vivere la Pasqua in maniera più sostenibile e green.

Scegliere uova di cioccolato della filiera equosolidale

La tradizione delle uova di cioccolato è saldamente legata al periodo pasquale ma la filiera del cacao non è dolce e buona come si può immaginare.
Troppo spesso dietro al cioccolato che gustiamo si celano ingiustizie, sfruttamento del lavoro minorile, disparità di genere e speculazioni a danni dei piccoli produttori locali.
Una piccola attenzione può e deve essere rivolta al cioccolato utilizzato per realizzare le uova che porteremo in tavola. La filiera equosolidale porta sul mercato uova realizzate con cacao da agricoltura ecosostenibile e biologica, libero da ogni tipo di sfruttamento, in grado di conciliare la dolcezza del cioccolato ai diritti di chi ne coltiva le materie prime ed al rispetto dei territori.
Non va sottovalutata inoltre l’importanza dell’involucro che ricopre le uova, molto spesso di materiali non riciclabili: prediligiamo scelte eco-friendly acquistando uova avvolte in teli di carta, seta o cotone equosolidale.
Ed una volta terminati i festeggiamenti, non diamo mai per scontato il termine del ciclo vitale di un materiale: utilizziamo la nostra creatività per dare nuova vita ad oggetti e decorazioni.

Fare scelte consapevoli nel carrello

Scegliere di acquistare prodotti di stagione ed a km 0 supporta l’economia locale ed allevia il gravoso impatto che i nostri consumi hanno sull’ambiente.
Dobbiamo ricordarci che la natura non fa crescere i propri frutti in maniera casuale ma lo fa per rispondere alle carenze che il nostro organismo si ritrova ad affrontare durante l’anno.
Ricordiamoci, ad esempio, che ad aprile possiamo consumare gli asparagi ricchi in antiossidanti e vitamine.
È importante aumentare il grado di sostenibilità e consapevolezza nel fare la spesa, evitando l’acquisto di prodotti che siano confezioni in imballaggi inutili. Evitiamo inoltre gli acquisti eccessivi, andando a fare compere dotati di liste della spesa che indichino solo il necessario e prestando attenzione alle date di scadenza in modo da non comperare prodotti che deperiranno prima del loro effettivo utilizzo.
Impariamo inoltre a leggere le etichette dei cibi e riconoscere la differenza tra Data Limite di Consumo (DLC) e Termine Minimo di Consumo (TMC), quest’ultimo meglio noto come “da consumarsi preferibilmente entro”. La data TMC indica il periodo oltre il quale gli alimenti potrebbero perdere alcune loro proprietà, da valutare singolarmente, e non una vera e propria scadenza.

Evitare gli sprechi alimentari

Nel caso si fosse acquistato un alimento prossimo alla scadenza lo si può conservare nel congelatore. Taluni cibi possono tranquillamente essere cucinati e surgelati per poi essere utilizzati all’occorrenza.
E se dovessero avanzare delle pietanze sulle nostre tavole, via libera alla fantasia per riutilizzare in modo creativo gli avanzi. Le verdure ben si prestano alla preparazione di gustose torte salate o ratatouille ed il pane può essere abbrustolito e servito come bruschette.
Anche la modalità con la quale conserviamo i cibi nel frigorifero ci aiuta nella nostra lotta allo spreco. Gli scomparti del frigorifero devono essere utilizzati correttamente, tenendo separati i cibi cotti da quelli ancora crudi. La zona della porta è quella che subisce il più forte shock termico e dove è preferibile conservare cioccolato, salse, succhi e bottiglie. Nei cassetti va invece tenuta la frutta e la verdura grazie all’ambiente più umido che vi si trova.

Anche la mise en place ha la sua importanza

Anche l’apparecchiatura della tavola può essere sostenibile e green.
Quando apparecchiamo per i nostri pranzi pasquali, e non solo, propendiamo sempre per piatti, bicchieri e posate lavabili nonché per tovagliati in stoffa. Chi non avesse piacere di lavare le stoviglie dopo i pasti e prediligesse soluzioni più rapide può optare per le stoviglie in materiale 100% biodegradabile e compostabile che si trovano in commercio.

Regaliamo sorrisi e spegniamo i dispositivi elettronici

Questo lungo anno di pandemia ci ha fatto capire ancora di più l’importanza degli affetti.
Durante il periodo pasquale più che mai prendiamoci del tempo per stare insieme ai nostri cari, spegnendo televisioni e cellulari e staccando la spina per un po’ da emissioni e dispositivi elettronici.
Condividiamo regali green, come semi da piantare e veder fiorire insieme o donazioni ad enti no profit che lottano per l’equità ed i diritti delle persone.