Si può davvero creare un’agricoltura sostenibile? A questa domanda non si può che rispondere con la considerazione che l’agricoltura è la base della nostra economia e sopravvivenza da oltre 10.000 anni, cioè dal momento in cui le comunità umane hanno iniziato a coltivare la terra per produrre cibo, allevare gli animali e creare fibre naturali per i tessuti dei propri abiti, in un perfetto equilibrio tra i ritmi naturali, gli ecosistemi e le risorse disponibili sul Pianeta.
Con il tempo, le rudimentali tecniche di produzione si sono evolute, diventando sempre più innovative e produttive, ma spesso per rispondere alla domanda e alla crescita demografica globale sono diventate sempre invasive e, in molti casi, dannose per l’ambiente.
L’agricoltura sostenibile offre una soluzione concreta alla sempre più impellente necessità di ridurre l’impatto ambientale delle coltivazioni agricole per aprire la strada a una maggiore salvaguardia dell’ambiente, delle risorse naturali e della biodiversità, senza che si verifichi un calo drastico delle produzioni, che metterebbe a repentaglio la sopravvivenza di intere popolazioni in molte parti del mondo.
Inoltre, è necessario tenere conto del fatto che produzioni agricole prive di sostanze chimiche e rispettose dell’ambiente possono garantire una qualità superiore degli alimenti, una vita più dignitosa nelle zone di produzione, maggiore sviluppo economico, tutela dei diritti umani, equità sociale e trattamenti commerciali più equi e vantaggiosi.
Quali sono i principi fondamentali dell’agricoltura sostenibile?
L’obiettivo primario dell’agricoltura sostenibile è la soddisfazione dell’attuale fabbisogno di alimenti e tessuti a livello globale, senza pregiudicare la possibilità di averne a disposizione per le prossime generazioni.
Per raggiungere questo traguardo, la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha individuato 5 principi fondamentali a cui devono fare riferimento non solo i piccoli produttori, ma anche le grandi imprese multinazionali.
Per prima cosa, è assolutamente fondamentale iniziare a modificare e sviluppare nuovi processi agricoli, che riducano in modo significativo gli sprechi di preziose risorse naturali, migliorando le fonti di energia con tecnologie rinnovabili e innovativi sistemi di riciclo dei materiali, incrementando la produttività e i livelli occupazionali, e garantendo rifornimenti alimentari che soddisfino tutta la popolazione mondiale.
In secondo luogo, sono necessari progetti di protezione e salvaguardia delle ricchezze naturali, favorendo la conservazione della biodiversità e riducendo l’inquinamento, fonte primaria della distruzione di interi ecosistemi, dagli oceani fino alle foreste pluviali.
Per quanto riguarda i mezzi di sussistenza, è essenziale creare sistemi economici inclusivi, che riducano le disuguaglianze sociali e favoriscano il miglioramento delle condizioni di vita, anche nei Paesi più poveri del mondo.
Inoltre, nuovi modelli produttivi dovranno accrescere la capacità delle popolazioni e degli ecosistemi di superare in modo efficace i danni provocati da eventi atmosferici estremi, che possono causare instabilità dei prezzi e imprevedibili variazioni del mercato a livello globale.
Infine, è necessario raggiungere un equilibrio attraverso apposite leggi e disposizioni, che permetta di affrontare le nuove sfide tecnologiche, usufruendo di incentivi proporzionati alle necessità nella piena equità e trasparenza dei processi.
Quali sono le tecniche di agricoltura sostenibile?
Attualmente, esistono diversi modelli di agricoltura sostenibile, il cui scopo principale che li accomuna è la riduzione dell’impatto ambientale, garantendo buoni livelli di produzione e un’ottima qualità del prodotto finale.
Il modello dell’agricoltura biologica è il più diffuso e in Europa è regolato da un preciso regolamento, il CEE 2092/91. Per essere dichiarate biologiche, le produzioni devono rispettare rigorosamente i principi proposti dal regolamento europeo, senza alcuna eccezione. In particolare, nelle produzioni agricole si devono utilizzare solo sostanze di origine naturale, evitando qualsiasi sostanza chimica per fertilizzare o per combattere eventuali malattie, funghi e parassiti. Inoltre, gli agricoltori devono fare un uso corretto, consapevole e responsabile delle risorse idriche ed energetiche, limitando il più possibile gli sprechi e l’inquinamento.
Un altro modello molto diffuso, basato sulle teorie di Rudolph Steiner, è quello dell’agricoltura biodinamica. Il principio fondamentale su cui si basa questa metodologia è il pieno rispetto degli ecosistemi terrestri, tenendo in considerazione le leggi cosmiche e l’attivazione della vita nel suolo. Secondo queste teorie formulate all’inizio del Novecento, le piante hanno il potere di regolarsi del tutto autonomamente e l’intervento dell’uomo è previsto solo in casi molto limitati e quando effettivamente indispensabile.
La permacultura è invece un sistema piuttosto complesso che va oltre le produzioni agricole e cerca di integrare architettura, economia, ecologia e materie giuridiche, allo scopo di conservare la produttività del terreno con una progettazione puntuale delle aree antropizzate, finalizzata a soddisfare le esigenze primarie delle popolazioni, senza impattare in modo invasivo sugli ecosistemi ambientali e la biodiversità. Grazie all’applicazione della permacultura, in alcuni Paesi del mondo stanno nascendo nuovi ecovillaggi, formati da abitazioni a basso impatto ambientale, pienamente autosufficienti dal punto di vista alimentare e rispettosi del benessere dell’uomo e dell’ambiente, con un’estrema vicinanza tra chi coltiva la terra e chi gode dei suoi frutti.
Infine, è opportuno citare l’agricoltura solidale, un modello equo e sostenitore delle uguaglianze sociali, del lavoro giustamente retribuito e lontano dallo sfruttamento e dalle attività criminali. Un modello più giusto di agricoltura sostenibile, che permette alle comunità di conoscere un maggiore benessere e condizioni di vita più dignitose.
I modelli di agricoltura sostenibile sono antichi e innovativi allo stesso tempo e possono trovare applicazione e terreno fertile per crescere in varie parti del mondo, infatti soddisfano le necessità di cibo di qualità ed salvaguardia ambientale senza influire negativamente sugli ecosistemi e la biodiversità.
I prodotti Punto Equo rispettano pienamente i principi dell’agricoltura sostenibile, sono certificati e seguono i più rigorosi standard internazionali che ne garantiscono la massima naturalità, la presenza di ingredienti biologici certificati e l’esclusione di test sugli animali. I nostri metodi di produzione sono sempre a basso impatto ambientale e con una particolare attenzione alla biodiversità.