Abbiamo più volte scritto di come il caffè sia un prodotto tra i più commercializzati al mondo nonostante i lavoratori della sua filiera vivano spesso in condizioni di estrema povertà.
In quanto consumatori possiamo supportare questi 25 milioni di piccoli proprietari terrieri acquistando il cosiddetto caffè equo e solidale.
L’acquisto di un caffè equosolidale non solo si traduce nel consumo di un prodotto ottimo al palato ma anche nel contributo ad una giusta retribuzione dei produttori locali.
Che cos’è il caffè equosolidale?
Il caffè costituisce il sostentamento di circa 125 milioni di persone nel mondo e, dopo il petrolio, è il prodotto tropicale più commercializzato. Tuttavia ancora troppo spesso si contano persone che non riescono a garantirsi, tramite la produzione di caffè, un sostentamento degno e dignitoso.
Il caffè viene definito una commodity a tutti gli effetti, vale a dire una materia prima il cui prezzo è regolato interamente dal mercato. La sua produzione è totalmente ubicata nei paesi del Sud del mondo eppure le attività di compravendita si concentrano nel Nord del mondo. New York è il cuore di questi commerci per la qualità arabica e Londra lo è per la robusta, dove agiscono grandi attori della finanza e grandi importatori escludendo di fatto i piccoli produttori.
Non a caso il caffè è considerato l’oro verde simbolo per eccellenza del colonialismo un tempo ed oggi del neo-colonialismo.
Il caffè equosolidale è una valida alternativa all’approccio tradizionale al mercato ed al commercio, promotore di uno sviluppo sostenibile alla base della giustizia sociale, del rispetto ambientale e della dignità delle persone.
Ovviamente il commercio non è abbastanza per perseguire questi obiettivi se non si raggiunge la giusta consapevolezza nei consumatori.
Il caffè può considerarsi un prodotto di lusso se si pensa che per un solo espresso è necessario raccogliere a mano fino a 70 chicchi. La produzione annuale di caffè è figlia di variabili metereologiche o di salute delle piantagioni tali da renderne il mercato instabile e soggetta ad importanti fluttuazioni di prezzo.
Considerata la difficoltà nel prevedere come potrà essere annualmente la stagione agricola, coloro che dipendono dal caffè per il proprio sostentamento subiscono gravi conseguenze e troppo spesso non possono fare affidamento su entrate certe per la propria famiglia.
Va inoltre tenuto conto di quanto sia complessa la filiera del caffè, con passaggi dei chicchi nelle mani di coltivatori, commercianti, esportatori, torrefattori e rivenditori tanto che gli stessi coltivatori non possono neppure immagine dove verrà commercializzato il proprio prodotto ed a quale prezzo finale.
La commercializzazione del caffè equo e solidale nasce proprio per rispondere alle lotte dei coltivatori messicani dopo che, alla fine degli anni ’80 dello scorso secolo, si era registrata una drastica discesa dei prezzi del caffè nel mondo.
L’idea di fondo è stata quella di garantire un prezzo minimo del caffè ai produttori certificati, perché possano essere coperti i costi di produzione anche nei casi in cui i prezzi di mercato dovessero scendere sotto determinate soglie di attenzione.
I motivi che portano alla scelta del caffè equosolidale
Scegliere di consumare caffè equosolidale significa innanzitutto sostenere un tipo di coltivazione attento alla salute del pianeta.
In molte aree del mondo il caffè è frutto di coltivazioni altamente inquinanti e dal preoccupante impatto ambientale. I produttori della filiera equosolidale si impegnano a non gravare eccessivamente sull’ambiente, praticando un’agricoltura di tipo sostenibile che contribuisca alla lotta alla povertà ed all’inquinamento del territorio.
Il caffè proveniente dalla filiera equosolidale si fregia della garanzia di un controllo accurato perché ci si accerti della sostenibilità delle pratiche agricole messe a punto e dell’assenza di sfruttamento di lavoro forzato o minorile.
Il commercio equosolidale si pone l’obiettivo di azzerare lo sfruttamento delle popolazioni dei territori dedicati alla coltivazione, sostenendo una produzione di eccellenza che garantisca un giusto margine retributivo.
Negli anni sono sempre di più le esperienze commerciali e solidali sorte per premiare i coltivatori e lottare contro un tipo di colonizzazione indiretta.
Alla base del caffè equosolidale si pone il rispetto della manodopera, del territorio e dell’ambiente.